Body Art di Don DeLillo

Il tempo sembra passare. Il mondo accade, gli attimi si svolgono, e tu ti fermi a guardare un ragno attaccato alla ragnatela. C'è una luce nitida, un senso di cose delineate con precisione, strisce di lucentezza liquida sulla baia. In una giornata chiara e luminosa dopo un temporale, quando la più piccola delle foglie cadute è trafitta di consapevolezza, tu sai con maggiore sicurezza chi sei. Nel rumore del vento tra i pini, il mondo viene alla luce, in modo irreversibile, e il ragno resta attaccato alla regnatela agitata dal vento.

mercoledì 11 novembre 2009

Prove di incipit e di stile

Anche oggi la città è avvolta in un velo liquido. Tutt'intorno solo sfumature sbiadite di un grigio antico che ricorda dagherrotipi violentati dal tempo. L'atmosfera fuori è soffocante. Piove senza interruzione da quattro giorni. Tictictictic sul vetro della finestra. E' strano non trovate? Alcune gocce scivolano giù, a picco, sterzano, rallentano, quasi si fermano, proseguono, accelerano, spariscono. Rigano la superficie liscia, disegnano capillari esangui, spettri di rami senza foglie. Altre invece, prodezza verticale, se ne stanno incollate, immobili, si fanno scherno della gravità, divorano il tempo, lo inghiottono. Infatti, a esser sinceri, non lo so da quant'è che me ne sto qui a osservare le gocce di pioggia sul vetro. Potrebbero essere dieci minuti, o forse un'ora.
Tictictictic. E' quasi sera.
Sono sdraiato sul letto disfatto, vestito e con le scarpe ai piedi. Fumo. O meglio, tengo semplicemente tra le dita una Chesterfield, nell'attesa che si consumi tutta. L'intonaco del soffitto, sopra la coltre brumosa che satura la stanza, è vistosamente crepato. Devo proprio decidermi a sistemarlo.

Ecco. Comincerei da qui. Da quel giorno in cui Tore andò con gli amici a vedere la televisione da Don Ciccio. Un Brionvega venti pollici, incassato in un modbile di radica. Era un giovedì e perciò ci sarebbe stato il telequiz di Mike Bongiorno, ma soprattutto, forse, ci sarebbe stata Maria.

Marco è proprio come te. Una persona come tante. Uno al quale è capitata in sorte l'esistenza e che, vivendo, prova quotidianamente a fare del suo meglio. Non è un formidabile genio, non ha un temperamento particolarmente coraggioso. E' un sognatore. La speranza è probabilmente il concetto che più di ogni altro caratterizza meglio il suo carattere sostanzialmente mite.

Marco è solo nella camera da letto del suo minuscolo appartamento. Sta fumando una Chesterfield, sdraiato sul letto disfatto. Guarda il soffitto sopra la coltre brumosa che satura la stanza. L'intonaco è tutto crepato. Suo padre, Salvatore, è seduto a un tavolino del bar all'angolo. Ha appena bevuto il suo caffè e scherza con il suo vicino Vito. Samuel, ha concluso la sua lezione e ha congedato gli studenti. Fuori è già buio. Pensa a Silvia, che probabilmente in quel preciso momento starà parcheggiando la mini sottocasa. Giona... Enrico... Alessia... Daniele... Franco... Luna corre.

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